L'algodistrofia è una condizione clinica complessa e ancora non completamente compresa che può incidere profondamente sulla qualità della vita di chi ne soffre.
Scopriamo quali sono le sue cause, i sintomi e come trattarla efficacemente.
L'algodistrofia, o Sindrome Dolorosa Regionale Complessa (SDRC), è una sindrome loco-regionale multi-sintomatica che più spesso interessa le porzioni distali degli arti (mano e polso, collo del piede e piede).
Questo disturbo può influenzare notevolmente la qualità della vita del paziente affetto, causando importanti implicazioni di ordine funzionale e psicologico.
Nonostante l’algodistrofia sia ancora oggetto di studio, possiamo individuare dei fattori di rischio che possono aumentare la probabilità di sviluppare questa patologia.
Si distinguono due tipi di algodistrofia:
Algodistrofia di tipo 1: si sviluppa più frequentemente in seguito a fratture di radio distale trattate in maniera conservativa in apparecchio gessato con immobilizzazione prolungata.
L’evento scatenante può essere un intervento chirurgico, sia di osteosintesi che di chirurgia elettiva, anche minore, come la neurolisi per la sindrome del tunnel carpale o eventi traumatici estesi o di entità anche modesta come traumi contusivi o distorsivi del polso, della mano o delle dita.
Algodistrofia di tipo 2: associata ad una lesione nervosa (causalgia).
Alcune persone hanno un rischio maggiore di sviluppare l'algodistrofia.
Le donne, per esempio, sembrano essere più colpite rispetto agli uomini.
L’arto superiore è più colpito rispetto a quello inferiore
L'algodistrofia si manifesta attraverso una serie di sintomi peculiari.
Il dolore, spesso descritto come bruciante o lancinante, è uno dei segni distintivi; è spesso sproporzionato rispetto anche a stimoli innocui.
Questo si accompagna da gonfiore dell'arto colpito, alterazioni della temperatura (l'arto può diventare freddo o caldo al tatto, intolleranza al caldo o al freddo) e cambiamenti nel colore della pelle, che può assumere sfumature dal bluastro al rosso acceso.
Inoltre, la pelle dell'area colpita potrebbe diventare sensibile al minimo sfioramento o pressione, fenomeno noto come allodinia.
Altri sintomi possono includere sudorazione anomala, alterazioni delle unghie e dei peli, rigidità o limitazione nella mobilità dell'arto, rendendo difficili movimenti semplici e quotidiani.
Identificare l'algodistrofia può essere un processo complesso.
La diagnosi si basa sulla storia del paziente, l’esame clinico, ma soprattutto si basa sull'intuizione e sull'esperienza del medico specialista.
Sebbene ci siano criteri standard, noti come "Criteri di Budapest", la diagnosi si basa in gran parte sull'osservazione diretta dei sintomi e sull'esperienza dello specialista.
Questi criteri considerano la natura del dolore, la distribuzione e l'intensità, insieme ad altri segni fisici e sintomi.
Data la natura complessa e variegata della malattia, la bravura e la competenza dello specialista sono fondamentali per riconoscere e distinguere l'algodistrofia da altre condizioni simili e garantire così una diagnosi precisa e un trattamento appropriato.
La durata dell'algodistrofia varia da persona a persona.
Molti pazienti possono sperimentare un miglioramento dei sintomi nel tempo, specialmente con un trattamento tempestivo e appropriato.
Tuttavia, in alcuni casi, i sintomi possono persistere e diventare cronici.
L'algodistrofia, in rari casi, può manifestarsi come complicanza dopo un intervento chirurgico.
Ogni procedura chirurgica rappresenta un trauma per il corpo e, in risposta a questo trauma, l'organismo può reagire in maniera eccessiva, avviando i meccanismi infiammatori che sono alla base dell'algodistrofia.
Il dolore post-operatorio ha effetti benefici in quanto previene movimenti inappropriati del distretto operato, proteggendolo.
Se però il dolore dura troppo a lungo ed è sproporzionato rispetto alla situazione clinica allora diventa patologico.
Quindi l’algodistrofia può essere considerata come una manifestazione severa o prolungata di una normale risposta post-traumatica o post-chirurgica.
Sebbene non sia completamente chiaro il motivo preciso, l'edema post-operatorio, ovvero il gonfiore causato dall'accumulo di liquidi nei tessuti dopo l'intervento, può contribuire allo sviluppo dell'algodistrofia.
La fisioterapia post-operatoria, attraverso esercizi mirati e terapie manuali, può aiutare a ridurre l'edema, favorire una corretta mobilità articolare e minimizzare il rischio di complicanze come l'algodistrofia.
Purtroppo, c'è la possibilità che i sintomi dell'algodistrofia possano tornare, anche dopo un periodo di miglioramento.
Ecco perché è cruciale un follow-up regolare con un medico per monitorare la condizione.
Il trattamento dell'algodistrofia è più efficace quando iniziato tempestivamente.
Di conseguenza, la rapidità con cui viene riconosciuta e trattata è cruciale per l'efficacia della terapia, motivo per cui è essenziale rivolgersi prontamente a uno specialista.
Purtroppo anche con un trattamento precoce e adeguato, il recupero può essere incompleto; inoltre il protocollo terapeutico può durare anche diversi mesi: per questi motivi è fondamentale sostenere ed educare il paziente e i familiari per promuovere una partecipazione attiva e costante.
La terapia si basa su un approccio multidisciplinare, che vede coinvolti il medico specialista, e il fisioterapista. La terapia farmacologica si basa sull’utilizzo di una vasta gamma di farmaci, che vanno da quelli antinfiammatori e antidolorifici,ai bifosfonati, ai famraci per il controllo del dolore più grave..
Anche la somministrazione di vitamina C può essere utile per ridurre il rischio di questa complicanza, poiché può agire come un antiossidante, limitando potenzialmente il danno dei radicali liberi e modulando la risposta infiammatoria.
L’intervento fisioterapico fisica è un pilastro per il trattamento di questa patologia.Esso comprende:
Recenti acquisizioni dalle neuroscienze hanno suggerito l’utilità di trattare il dolore della con tecniche di “immaginazione motoria”, le quali sembrano favorire la riorganizzazione corticale del movimento e permettono una mobilizzazione precoce del distretto coinvolto.
La Dott.ssa Faccio, specialista nel trattamento delle patologie dell'arto superiore, visita a Bologna, Prato e Arezzo.