Il dito a scatto è una patologia della mano molto comune, che può peggiorare nel tempo se trascurata.
Nei casi più avanzati, quando il dolore e il blocco del dito compromettono la tua capacità di svolgere le attività quotidiane, può rendersi necessario l'intervento chirurgico.
Vediamo in cosa consiste l'intervento e i vantaggi del trattamento mini-invasivo sotto guida ecografica.
Un consulente è a tua disposizione per domande e chiarimenti.
Intervento convenzionato con le principali Assicurazioni Sanitarie.
Lista di attesa 1-3 settimane.
Il dito a scatto, noto anche come tenosinovite stenosante, è un disturbo dei tendini flessori delle dita.
Si manifesta quando il tendine si infiamma e ingrossa, causando difficoltà nel suo scorrimento all’interno del suo canale.
Questo porta a un movimento a scatto o a un blocco del dito in posizione piegata, spesso accompagnato da dolore e sensibilità.
Si manifesta principalmente nella mano dominante e le dita più coinvolte sono, nell'ordine, il pollice, l’anulare e il medio.
Colpisce prevalentemente le donne in età post-menopausale.
L'evoluzione del dito a scatto può variare da lieve a grave, se non trattato adeguatamente.
Inizialmente, i pazienti possono sperimentare solo lievi sintomi di fastidio o dolore alla base del dito interessato, specialmente durante movimenti specifici come l'afferrare o il piegare.
Questi primi segnali sono spesso trascurati, con molti pazienti che attribuiscono il disagio a stanchezza o sforzo eccessivo.
Con il passare del tempo, l'infiammazione cronica può causare un aumento del gonfiore del tendine, peggiorando così il blocco e l'irritazione.
I sintomi diventano più frequenti e intensi, con episodi di blocco del dito che diventa doloroso e può richiedere l'uso dell'altra mano per "sbloccarlo".
Questo scatto può essere sia udibile che palpabile.
Nelle fasi avanzate, il dito può rimanere bloccato in posizione piegata, limitando significativamente la funzionalità della mano e causando notevoli disagi e dolore.
Questa condizione può ridurre notevolmente la qualità della vita, influenzando le attività quotidiane e la capacità di lavorare efficacemente.
Se hai riscontrato uno o più di questi sintomi, ti raccomando caldamente di consultare un chirurgo della mano, che valuterà la tua situazione e delineerà il percorso terapeutico più adatto alle tue esigenze specifiche.
La diagnosi si basa principalmente sull'anamnesi e su un esame obiettivo durante la visita specialistica.
I rimedi conservativi (non chirurgici) mirano a ridurre l'infiammazione e il dolore, mantenendo la mobilità del dito.
Uno dei primi approcci include il riposo e l'applicazione di ghiaccio, per aiutare a ridurre il gonfiore e l'infiammazione locale.
L'uso di un tutore notturno che mantenga il dito in una posizione estesa può prevenire il blocco durante il sonno e ridurre i sintomi mattutini.
La fisioterapia è un'altra opzione efficace, con esercizi mirati a migliorare il movimento e ridurre l'infiammazione del tendine.
Come ultimo rimedio prima di valutare concretamente l’opzione chirurgica ci sono le infiltrazioni di corticosteroidi, che possono essere un valido aiuto per ridurre rapidamente l'infiammazione, sebbene l'efficacia possa diminuire con l'uso ripetuto.
Al fallimento della terapia conservativa, si rende necessario intervenire chirurgicamente.
L'intervento chirurgico per il dito a scatto ha lo scopo di risolvere il blocco del movimento del dito, alleviando il dolore e ripristinando la funzionalità.
Tipicamente, l'operazione viene eseguita in anestesia locale e può avvenire in regime ambulatoriale, senza necessità di ricovero.
La tecnica prevede la sezione di una porzione del canale digitale, denominata puleggia A1, per liberare il tendine e permettere un movimento più fluido del dito.
Attraverso un’incisione palmare alla base del dito, il chirurgo accede alla puleggia e la taglia per ridurre la pressione e il restringimento che causano il blocco del dito.
Una delle tecniche più innovative e meno invasive per il trattamento del dito a scatto è l'intervento sotto guida ecografica.
Questa tecnica prevede l’uso di un ecografo, posizionato dal chirurgo sul palmo della mano del paziente, per identificare con precisione l’area di intervento.
Utilizzando uno strumento specifico, il chirurgo è in grado di liberare il tendine attraverso un'incisione nettamente più piccola rispetto all'intervento tradizionale, facilitando il recupero post-operatorio.
Inoltre, questo tipo di intervento può essere eseguito utilizzando la tecnica WALANT, che implica l'uso di anestesia locale senza l'impiego di laccio emostatico.
Questa tecnica permette al paziente di rimanere sveglio durante l'operazione, migliorando il comfort ed evitando l’utilizzo della sedazione.
I tempi di recupero con questo approccio sono generalmente molto brevi, consentendo ai pazienti di ritornare alle attività quotidiane quasi subito dopo l'intervento.
Ascolta la testimonianza di Melita, a 7 giorni dall'intervento sotto guida ecografica per Dito a Scatto.
La Dott.ssa Faccio, specialista nel trattamento delle patologie dell'arto superiore, visita a Bologna, Prato e Arezzo.