L'epicondilite o "gomito del tennista" è una patologia che colpisce i tendini estensori del polso e delle dita.
Scopri quali sono le cause, i sintomi, i rimedi e quando è necessario sottoporsi all'intervento chirurgico.
L'epicondilite, comunemente nota come "gomito del tennista", è una patologia degenerativa, su base micro-traumatica, ad andamento progressivo, caratterizzata dall'infiammazione dolorosa dei tendini epicondiloidei.
Il braccio dominante è colpito con maggiore incidenza.
L'epicondilo laterale è una protuberanza ossea a livello del gomito, da cui originano i tendini estensori di polso e dita (tendini epicondiloidei).
I tendini più coinvolti nell'epicondilite sono, nell'ordine:
L'epicondilite non è una semplice infiammazione tendinea, ma una vera e propria tendinopatia degenerativa (tendinosi).
Essa infatti evolve attraverso i seguenti stadi:
L'approccio terapeutico varia in funzione dello stadio di evoluzione della patologia: più il quadro risulterà avanzato, minori saranno le possibilità di una risoluzione mediante la sola terapia conservativa.
L'epicondilite laterale è determinata da un sovraccarico funzionale, che si verifica principalmente quando i muscoli e i tendini del gomito sono costretti a sforzi eccessivi e ripetuti. Per questo motivo la patologia predilige tutti coloro che tendono a compiere con il braccio e la mano gesti meccanici e ripetitivi per lunghi periodi, sollecitando la parte esterna del gomito.
Non di rado la causa scatenante è attribuibile ad una postura scorretta e ad una problematica nelle articolazioni a monte o a valle del gomito (rachide cervicale, spalla e polso).
Tra i principali fattori di rischio ricordiamo:
I sintomi dell'epicondilite (gomito del tennista) si sviluppano gradualmente: con il progredire della patologia il dolore e la limitazione funzionale diventano sempre più invalidanti. Nei pazienti affetti da epicondilite riscontriamo:
Ambulatori specialistici a Bologna, Prato ed Arezzo.
La diagnosi del "gomito del tennista" è prevalentemente clinica, basata sull'anamnesi e sull'esame obiettivo durante la visita specialistica.
Per escludere altre cause alla base del disturbo oppure in previsione dell'intervento chirurgico, lo specialista può richiedere altri esami diagnostici come:
Uno tra i test clinici utilizzati per confermare la diagnosi, facilmente riproducibile anche dal paziente, è il "test della sedia": esso consiste nel sollevare una sedia per il suo schienale con il gomito esteso, l'avambraccio in pronazione e il polso in estensione.
Il test è positivo se il paziente avverte dolore all'epicondilo laterale del gomito.
A seconda dello stadio di gravità dell'epicondilite e della durata dei sintomi si può intervenire in modo conservativo o chirurgico.
Il primo approccio terapeutico per l'epicondilite è sempre basato sulla terapia conservativa, che consiste in:
Il trattamento chirurgico dell'epicondilite è indicato alla persistenza della sintomatologia in seguito al fallimento della terapia conservativa. Generalmente dopo un periodo compreso tra i sei mesi e un anno in cui non si verificano miglioramenti, si procede con l'intervento chirurgico.
L'intervento chirurgico consiste nell'asportazione della porzione di tendine degenerata e nella cruentazione locale dell'epicondilo, nella zona di inserzione dei muscoli infiammati, al fine di favorire un incremento del flusso di sangue in quella zona per promuovere il processo riparativo tendineo.
L'intervento viene eseguito in anestesia loco-regionale all'arto superiore in regime di day-surgery (senza pernottamento notturno).
Al termine dell'intervento viene posizionata una stecca gessata brachio-metacarpale (dal braccio alla mano) di riposo con le dita libere, da mantenere per circa 2 settimane.
Il paziente riacquista subito la mobilità delle dita e può riprendere le attività più leggere.
Dopo un paio di settimane dall'intervento si effettua un controllo ambulatoriale per rimuovere i punti di sutura e la stecca, osservando la ripresa del recupero funzionale.
È opportuno astenersi dai carichi più pesanti per almeno altre quattro-sei settimane, rispettando i tempi biologici di guarigione, seguendo le indicazioni del chirurgo e del fisioterapista.
Per ottenere risultati efficaci e definitivi è necessario un ciclo di fisioterapia specifica post-operatoria, volta a ridurre l'edema, al graduale recupero del movimento e, nella fase finale, al recupero della forza muscolare.
La Dott.ssa Faccio, specialista nel trattamento delle patologie dell'arto superiore, visita a Bologna, Prato e Arezzo.
Salve Dottoressa, come fisioterapia per la cura dell'epicondilite quali terapie fisiche consiglia? Grazie
Buongiorno Gian Luca, le cure fisiche come laserterapia o ultrasuoni possono aiutare solo se associate ad un percorso fisioterapico specifico (mobilizzazioni, massaggi...). Il fisioterapista specializzato sull’arto superiore é la figura indicata per il protocollo da seguire
Salve dottoressa io ho male la notte, quando è a riposo, non quando lavoro, come mai?
La notte il dolore aumenta a causa dell’accumulo di liquidi per la posizione sdraiata. Puoi provare ad utilizzare un paio di cuscini per mantenere il gomito in una posizione più sollevata
Improvvisamente ieri l'altro un episodio di epicondilite che si è ripetuto dopo 4 mesi al gomito dx. Terapia con cortisone e pomate varie anche se comunque il dolore è sopportabile e mi permette di fare qualcosa manualmente. Cosa suggerisce per il futuro quando riprenderò il lavoro agricolo a pieno ritmo? Grazie
Salve Fabio, per controllare questo episodio acuto sono efficaci gli antinfiammatori, il ghiaccio e la crema locale (tipo arnica). É opportuno che prima del rientro al lavoro, la muscolatura sia preparata agli sforzi per prevenire una recidiva: prendi in considerazione un ciclo di fisioterapia specifica
Il tutore a fascia può risolvere il problema? Si trova in farmacia?
Se usato nelle fasi precoci il tutore a fascia é una delle soluzioni per ridurre la sintomatologia dolorosa. Si ricordi di indossarlo qualche centrimetro più a valle rispetto alla zona dolente: ciò consentirà di ridurre il carico e, quindi, il dolore al gomito. Va indossato il giorno, soprattutto durante le attività ripetitive. Lo può trovare in farmacia, nei negozi di ortopedia sanitaria e anche online.
La manipolazione fasciale mi ha risolto tutto. Avevo provato laser e altra roba ma erano palliativi. La fascia al gomito serve pochissimo.
La terapia conservativa si basa su diversi rimedi, spesso da integrare tra loro per potenziarne l’effetto terapeutico
Io esco un po' dagli schemi.... Anziché il gomito del tennista, ho quello del golfista... Epitrocleite.
Buongiorno Fabiana, l’epitrocleite é meno frequente rispetto all’epicondilite; si tratta sempre di una patologia infiammatoria-degenerativa del gomito che colpisce però i tendini flessori. Le indicazioni terapeutiche sono simili.