I disturbi che colpiscono la cuffia dei rotatori rappresentano la causa più comune di disabilità alla spalla.
Scopri quali sono le cause, i sintomi, le cure e quando è necessario sottoporsi all'intervento chirurgico.
La lesione della cuffia dei rotatori è la rottura parziale o completa di uno o più tendini del complesso muscolo-tendineo che prende il nome di cuffia dei rotatori.
Esistono tre tipologie di lesioni:
L'arto dominante è colpito con maggiore incidenza e il tendine più frequentemente lesionato è il sovraspinato.
La lesione della cuffia dei rotatori colpisce maggiormente le donne ed è più frequente con il progredire dell'età.
La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo - tendineo, che riveste la testa dell'omero. I quattro tendini che la formano appartengono ai muscoli sovraspinato, sottospinato, sottoscapolare e piccolo rotondo, oltre al tendine del bicipite. La loro funzione è principalmente quella di stabilizzare l'articolazione gleno-omerale; inoltre permettono alla spalla di muoversi nelle diverse direzioni.
Le cause della lesione della cuffia dei rotatori sono molteplici e multifattoriali.
Possiamo distinguere:
Tra i principali fattori di rischio ricordiamo:
I principali sintomi sono il dolore e la limitazione dei movimenti.
Il dolore viene descritto dal paziente come sordo, profondo, soprattutto durante le ore notturne, tanto da disturbare il sonno; spesso si irradia al braccio e all'avambraccio fino alla regione dorsale del pollice.
I movimenti anche più semplici come pettinarsi i capelli o allacciarsi il reggiseno sono sempre più difficoltosi e dolorosi; il paziente lamenta inoltre una perdita di forza e debolezza di tutto l'arto superiore.
Ambulatori specialistici a Bologna, Prato ed Arezzo.
La diagnosi della lesione della cuffia dei rotatori è inizialmente clinica, basata sull'anamnesi e sull'esame obiettivo durante la visita specialistica.
Per confermare la diagnosi e approfondire lo studio della spalla saranno necessari alcuni esami diagnostici come:
Se sono presenti fattori di rischio di lesioni alla cuffia dei rotatori o se in passato è avvenuto un trauma alla spalla, esercizi quotidiani di rinforzo muscolare della spalla e della scapola possono aiutare a prevenire lesioni future. Sarà quindi lo specialista ortopedico a prescrive un protocollo specifico, che il paziente eseguirà all'inizio guidato dal fisioterapista e poi autonomamente a casa.
A seconda dello stadio di gravità della lesione e della durata dei sintomi si può intervenire in modo conservativo o chirurgico.
La scelta del trattamento dipende da diversi fattori, che si basano principalmente sulle caratteristiche del paziente (esigenze e aspettative funzionali, attività lavorativa o sportiva, età, anamnesi...) e sulle caratteristiche della lesione (tipo di lesione, rigidità articolare associata...).
Scopo della terapia è quello di ristabilile una buona mobilità della spalla in assenza di dolore.
Nei casi più lievi è possibile ridurre la sintomatologia dolorosa con un approccio conservativo, che consiste in:
Se non si verificano miglioramenti con la terapia conservativa oppure in condizioni particolarmente sintomatiche, è opportuno procedere con l'intervento chirurgico.
L'intervento nella maggior parte dei casi prevede la riparazione tendinea per via artroscopica, una tecnica mini-invasiva che attraverso 3-4 piccole incisioni cutanee, sfrutta una piccola telecamera e strumenti dedicati al reinserimento del tendine lesionato all'osso.
La proceduta viene eseguita in anestesia generale o loco-regionale in regime di day-surgery (ricovero di due giorni).
Al termine dell'intervento la spalla viene immobilizzata e protetta in un tutore universale, che il paziente indosserà per un mese.
Dopo un paio di settimane dall'intervento si effettua un primo controllo ambulatoriale per rimuovere i punti di sutura, valutare le ferite e l'iniziale recupero funzionale.
La fisioterapia generalmente ha inizio i giorni successivi all'intervento chirurgico e si basa su protocolli specifici volti al recupero dei movimenti della spalla in tutte le direzioni; dal 3° mese post-operatorio si comincia il rinforzo muscolare per stabilizzare l'articolazione. Il rientro alle attività sportive o lavorative più pesanti non avverrà prima di almeno 6 mesi.
Per un recupero completo è fondamentale che il paziente rispetti i tempi biologici di guarigione, seguendo le precise indicazioni del chirurgo e del fisioterapista.
La Dott.ssa Faccio, specialista nel trattamento delle patologie dell'arto superiore, visita a Bologna, Prato e Arezzo.